Gorizia magica. Libri e giocattoli per ragazzi 1900-1945

Verne, Salgari, Collodi, De Amicis, Yambo: i bambini d’inizio Novecento leggevano solo questi autori o vi è uno scaffale segreto? Durante la Grande Guerra quali libri per ragazzi circolavano? E nel 1945, quei bambini cosa ricordavano delle loro letture? Sono queste alcune delle domande cui cerca di dare risposta la mostra “Gorizia magica. Libri e giocattoli per ragazzi (1900-1945)”, che sarà inaugurata giovedì 27 aprile, alle 18, nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, dove rimarrà visitabile fino al 10 dicembre. Il titolo rimanda a Gorizia intesa come baricentro di un ampio territorio che comprende la Venezia Giulia, il Friuli e la Sloveniache funge allo stesso tempo da scenario e da punto di partenza per raccontare tante fiabe che possono ambientarsi ovunque la fantasia decida di collocarle. Curata da Simone Volpato (Libreria antiquaria Drogheria 28 di Trieste) e da Marco Menato (direttore della Biblioteca Statale Isontina), la rassegna è promossa e sostenuta dalla stessa Fondazione e vede la collaborazione della Ludoteca del Comune di Gorizia e della Biblioteca “Fiegel” di Gorizia. Dagli scaffali di collezionisti privati e di istituzioni pubbliche sono riemersi molti libri illustrati e giocattoli didattici di pregio, che mettono in moto sentimenti, emozioni, ricordi: gli alfabetieri del negozio di Ida Sello a Udine, che seguiva i metodi Montessori e Froebel e riforniva gli asili della regione; la produzione della Editoriale Libraria di Trieste, che acquisiva le illustrazioni tedesche e traduceva i testi in italiano; libri e album illustrati da Cambellotti, Rubino, Angoletta, Riccobaldi, fino a Bruno Munari; e ancora “Il giornalino della domenica” e le collane “La bibliotechina de la Lampada” di Mondadori e i “Librini del cuccù” della Salani; ed infine la grafica di Cernigoj e Bambic applicata a sognanti fiabe slovene. Sì, perché “Gorizia Magica” è una mostra trilingue, così come la Venezia Giulia di quegli anni, fervido luogo di contaminazione tra le culture italiana, slovena e tedesca. Una potente macchina dell’immaginazione pulsava nella Gorizia letteraria nella prima metà del XX secolo, dove la Biblioteca civica, poi Statale Isontina, aveva il suo scaffale magico, dove Carlo Michelstaedter e Carolina Coen Luzzattoscrivevano fiabe e dove il Circolo Artistico di Gorizia, fucina di futurismo, mediava tra le varie lingue e stili, in primis quello della Wiener Werkstätte, abbattendo qualsiasi confine. Perché la fantasia non può aver alcun confine.