La cassa dei libri. La famiglia Michelstaedter e la Shoah

La resistenza della carta, la riemersione della memoria. Con i tedeschi già stanziati a Gorizia, la sorella maggiore di Carlo Michelstaedter, il filosofo e scrittore morto suicida il 17 ottobre 1910, si trova di fronte a un dilemma: salvare se stessa e la sua mamma oppure le carte e i libri della famiglia. Salvare la carne o la carta? Così, in data 17 ottobre 1943, Elda stila un elenco e velocemente timbra i libri del padre Alberto e del fratello Carlo. Li ripone in casse e le consegna a varie famiglie, nell’attesa che i rastrellamenti dei nazisti cessino. Ma il 23 novembre Elda e la madre, con il convoglio 21T in partenza da Trieste, vengono deportate ad Auschwitz e non faranno più ritorno. La memoria si sommerge.In un caldo agosto del 2018 un altro cospicuo numero di libri riemerge da una casa. Sono i libri salvati da Elda. Libri importanti sia per le presenze e soprattutto per le assenze ed anche per quel gruppo di titoli sul suicidio e la pazzia che gettano nuova luce ed interpretazione sul suicidio di Carlo. Di un ragazzo che, in preda alla malattia del vitalismo, cerca la lingua dei Maestri, tra Firenze e Gorizia, ma si trova, fuori tradizione, a percorrere sentieri che non conosce e che poi, improvvisamente, si interrompono. Per sempre.