Come agiva il Saba libraio con il Saba poeta? Questo volume, ricco di nuova documentazione, delinea questo ambivalente atteggiamento e ricostruisce per la prima volta la biblioteca privata di Umberto Saba. Il carteggio con il suo medico Umberto Levi che lo accompagnò fino alla morte nel 1957 restituisce per la prima volta delle confessioni biografiche assai rilevanti.
SCOPRI DI PIÙIncunaboli di Pasolini. Le edizioni friulane 1942-1953 nella biblioteca di Bruno Lucci
Autore
Simone Volpato
Editore
Ronzani editore
Anno
2022
Euro
19,00
Descrizione
«Sembra che si sia formato in una arcadia letteraria barbarica priva di modelli, che sperimenti una voce arcaica»: così Umberto Saba parlava, in una lettera inedita del 1952 ad Anita Pittoni, degli inizi friulani di Pasolini (quando già viveva a Roma dal 1950), cesellando che “i grandi poeti si vedono dalle poesie che sbagliano”. Erano sbagliate le Poesie a Casarsa del 1942? E le prove poetiche dello Stroligut del 1944-1946? E l’ideazione di una Academiuta di lenga furlana nel 1945? E ancora, in pochi mesi, le plaquette Poesie, I pianti, Diarii, Dov’è la mia patria? In quegli anni, tra Versuta, San Vito e Casarsa, il rabdomante Pasolini cercava la sua vena d’acqua, in un lembo di terra ricco di risorgive e di case contadine dove, raccontava, “sotto l’acqua vivo di deliziosi sotterfugi, perfettamente felice di essere nascosto”. Pane e poesia, pane, polenta e lingua friulana. In questo terso paesaggio atmosferico, fatto di privazioni, germogliano i suoi incunaboli, editi in carattere bodoniano da fierissime microtipografie artigianali per poi venire donati ad amici e venduti, forse, alle sagre. Prove poetiche, di valore modestissimo e con molte, troppe, possibilità di rimanere incomprese: così il timidissimo Pasolini confessava a Francesco Arcangeli. Partendo da una delle maggiori biblioteche private di letteratura friulana, quella di Bruno Lucci, alcuni studiosi, di diversa provenienza a tutti legati per biografia al Friuli, hanno ripreso tra le mani questi poveri e delicatissimi reperti editoriali che Pasolini stesso, a Roma, ha cercato di nascondere, mimetizzare. Come manufatti leggeri e vaganti sono stati analizzati con i ferri della bibliografia (abbiamo in assoluto la prima bibliografia delle edizioni pasoliniane in lingua friulana), della letteratura e della poesia.

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Le celebrazioni per il terzo centenario della nascita di Giacomo Casanova (1725/2025)offrono l’occasione per raccogliere molte sfide lanciate dal veneziano attraverso la sua vita ela sua autobiografia, la celebre Storia della mia vita (Histoire de ma vie). Prima di tutto, invitano a guardare all’avventuriero oltre il mito e lo stereotipo del seduttore, per raccontare invece la sua vita di viaggiatore, di scrittore, di osservatore e testimone acuto di popoli, culture e paesi dell’Europa settecentesca. Questo volume indaga proprio quel viaggio da Venezia-Trieste per l'Adriatico incontrando costumi, persone, momenti storici. La seconda sfida, che abbiamo voluto affrontare con questo volume e con la mostra ad esso collegata, sta nella possibilità di restituire all’attenzione del pubblico aspetti e momenti della sua biografia poco conosciuti: quelli degli anni giovanili, che sono quelli meno documentati tanto nelle sue memorie, quanto nelle fonti storiche.
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